CHIESA DI S. SILVESTRO
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ORIGINI
Si hanno notizie di una chiesa a Crevalcore fin dal XIV sec; l’archivio parrocchiale elenca i battesimi dal 9 settembre 1570. Da sempre legata all’Abbazia Benedettina di Nonantola, il 16 aprile del 1822 passa sotto la giurisdizione del Vescovo di Bologna.
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UN SOGNO CHE VIENE DA LONTANO
Già dalla fine del 1700 si sentiva l’esigenza di una nuova chiesa, e varie volte furono raccolti fondi; nell’Ottocento continuò ad essere definita vecchia e piccola. Nel 1870 venne data alla chiesa esistente una facciata prospicente alla piazza, nella speranza poi di utilizzarla una volta che fossero stati trovati i fondi per riesumare il progetto settecentesco che prevedeva una rotazione di 90 gradi dell’asse del nuovo tempio: ma nel 1874 si preferì ancora un restauro non risolutivo della chiesa esistente. Con la trionfale inaugurazione del monumento a Malpighi (8 dicembre 1897) l’esigenza già nell’aria di demolire e rifare la chiesa, dando una piazza al paese, si fece ancora più impellente.
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CHIESA INAGIBILE
Non senza qualche interesse in proposito, l’autorità di pubblica sicurezza nel marzo del 1900 ne ordinò la chiusura per scongiurare il rischio di incidenti derivanti da possibili crolli di parti del vecchio edifico della chiesa silvestrina.
Due lasciti testamentari di notabili del paese, vincolati però all’inizio del cantiere, testimoniano quanto fosse sentito il problema dalla popolazione del paese: nacque così il Comitato per l’Erigenda chiesa, 30 persone incaricate della raccolta dei fondi che collaborarono con Mons. Alessandro Landi (arciprete dal 1896 al gennaio del 1908) nel crowdfunding, nell’acquisizione delle necessarie autorizzazioni edilizie e nell’acquisto dei terreni o difici privati che rientravano nell’area della futura chiesa. -
CONCORSO PER LA NUOVA CHIESA E POSA DELLA PRIMA PIETRA
Bandito un concorso, se lo aggiudicò l’Ing. Gulli di Bologna, con un progetto maestoso di un grande tempio in stile gotico italiano (neogotico), che prevedeva anche un nuovo campanile e una grande cupola ottagonale sopra il presbiterio (che per fortuna di noi posteri non furono realizzati!)
Il 27 ottobre 1901, con una celebrazione molto partecipata, dopo la demolizione della vecchia chiesa ormai collabente, venne solennemente posta la prima pietra.
L’entusiasmo contraddistinse questi primi anni, caratterizzati da un alacre lavoro che portò speditamente alla costruzione della attuale Canonica e dell’abside. -
IL CANTIERE SI FERMA
Le spese però aumentano e i fondi residui vengono usati per acquisire le proprietà (aree e edifici) ancora mancanti.
Nel 1908, alla morte di Mons. Landi, il cantiere era già chiuso da qualche anno per mancanza di fondi e per un generale raffreddamento, dovuto anche al fermento ideologico di quei primi anni del novecento: il perimetro della chiesa era definito, ma era tutto fermo! -
ARRIVA MONS. BISTEGHI
In questa situazione di stallo intervenne la Provvidenza: l’8 settembre del 1908 prese possesso canonico della parrocchia Mons.Adelmo Bisteghi, un giovanissimo ed energico sacerdote, che arrivato come parroco all’età di 27 anni, lo sarà per 44 anni fino alla morte avvenuta nel 1952.
A lui si deve l’entusiastica ripartenza dei lavori: ma proprio quando sembrò di intravvedere la luce, scioperi delle maestranze e fatica nella ricerca dei fondi rallenteranno nuovamente la grande fabbrica silvestrina. Mons. Bisteghi, non senza qualche diplomatica astuzia epistolare, scomodò anche Papa Benedetto XV (che aveva conosciuto come Card. Giacomo Dalla Chiesa, Arcivescovo della sede petroniana e pontefice dal 1914 al 1922), i Savoia, famiglie facoltose e semplici capifamiglia crevalcoresi che pur vivendo in case povere, brutte e disadorne, desideravano che la loro chiesa invece fosse bella e adorna del necessario, ad maiorem Dei gloriam. -
BENEDIZIONE E MISSIONI AL POPOLO: UN PROGETTO INNAZITUTTO SPIRITUALE
Fu così che nel 1916 la copertura fu ultimata; nel frattempo era iniziata la Grande Guerra, i primi caduti, le ristrettezze, un clima che non suggeriva una inaugurazione trionfale, ma piuttosto una semplice benedizione che avverrà il 25 novembre per le mani di S.E. Mons. Santi (che riposa in chiesa accanto a Bisteghi) seguita dalle SANTE MISSIONI dal 26 novembre al 10 dicembre. Chissà che freddo in quella chiesa ancora un po' provvisoria, ma animata dal desiderio di partire con un ritorno alle Fonti, alla sorgente spirituale che è Cristo, la parola della Croce del suo Vangelo, la Pasqua, il suo Spirito. Più che preoccupato di una festa che sarebbe risultata stonata nel contesto dell’austerity bellica, il sapiente parroco aveva chiaro che non si doveva perdere di vista il progetto spirituale del Divino Architetto, che vedeva in Cristo la pietra d’angolo.
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CHIESA DI DIO, POPOLO IN FESTA
Restava il desiderio di completare il tempio nelle sue finiture: intonaco, pavimento, decorazioni, vetrate, etc…
La guerra certamente rallenterà i lavori, che però proseguirono; la consacrazione del nuovo tempio, prevista per il 1924, venne più volte procrastinata: si dovette aspettare fino al 22 settembre 1928, giorno di festa con un “tripudio indescrivibile di popolo” per la dedicazione della nuova chiesa per le mani del Card. Nasalli Rocca.
Edificio che comunque non era ancora completato nel 1928, se si considera che l’ultima pietra del complesso parrocchiale sarà posata il 6 ottobre 1934! -
... E LA STORIA CONTINUA
Il terremoto del 20 e 29 maggio 2012 ha reso di nuovo il nostro tempio inagibile, costringendo la comunità a radunarsi nella Chiesa provvisoria, ora Centro Civico Mons. Enelio Franzoni al Parco Nord costruita a tempo record e inaugurata il 19 maggio 2013 dal Card,Carlo Caffarra.
Questa bella e moderna struttura è stata provvidenzialmente utilizzata fino al 23 settembre 2018 giorno in cui il Cardinale Arcivescovo Matteo Zuppi ha riaperto al culto la chiesa parrocchiale e restituito alla comunità anche la Casa dei Giovani e il Cinema Teatro Verdi.
Tanto resta sempre da fare materialmente e spiritualmente, per mantenere l’edificio e soprattutto per custodire la comunità cristiana: a nulla servirebbe un tempio, un edificio se non fosse il segno di un mistero più gande, quello del radunarsi in esso di una chiesa di “pietre vive”, edificata su quel fondamento che è Cristo.
“Quanto vediamo fatto qui materialmente nei muri,
sia fatto spiritualmente nelle anime;
e ciò che vediamo compiuto nelle pietre,
si compia nei nostri corpi per opera della grazia di Dio”
S. Agostino